10 febbraio: giorno del Ricordo
Il Giorno del ricordo è una solennità civile nazionale italiana, celebrata ogni anno per ricordare i massacri delle foibe e l'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.
Un po' di storia....
Dopo la prima guerra mondiale l’Istria, Zara e alcune isole della costa adriatica orientale vennero assegnate all'Italia e Fiume venne dichiarata Città libera. Con l'avvento del fascismo varie leggi obbligarono la popolazione di quelle terre alla "italianizzazione" forzata: nelle scuole non si potevano utilizzare le lingue minoritarie, si proibì l’uso delle lingue diverse dall’italiano nell’amministrazione pubblica, vennero soppresse le organizzazioni culturali, ricreative e culturali slovene e croate.
Dopo la firma dell’armistizio, l’8 settembre 1943, in Istria e in Dalmazia i partigiani jugoslavi di Tito si vendicarono ed esplose la prima ondata di violenza.
Tra il maggio e il giugno del 1945 migliaia di italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia furono obbligati a lasciare la loro terra. Altri furono uccisi dai partigiani di Tito, gettati nelle foibe (cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo) o deportati nei campi sloveni e croati.
Alla fine del 1946 bisognava determinare dove sarebbe passato il confine tra Italia e Jugoslavia. Il dramma delle terre italiane dell’Est si concluse con la firma del trattato di pace di Parigi il 10 febbraio 1947: l'Italia consegnò alla Jugoslavia numerose città e borghi a maggioranza italiana rinunciando per sempre a Zara, alla Dalmazia, alle isole del Quarnaro, a Fiume, all’Istria e a parte della provincia di Gorizia.